Un nuovo inizio

Mohamed: la cura del creato


I piedi di molti ragazzi passati da noi negli ultimi vent’anni hanno calcato le orme di chi spesso scappava dalle ingiustizie sociali, dalla violenza e dalla sopraffazione, alla ricerca di un’altra possibilità di vita. E’ stato così anche per Mohamed, oggi ventiseienne, partito nel 2007 dalla Guinea Conakry, Paese dell’Africa occidentale, che fu una delle prime regioni toccate dalla tratta degli schiavi, ricco di bauxite e di petrolio, ma che occupa uno degli ultuimi posti nell’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite.


L’odissea di Mohamed inizia il 10 gennaio 2007, quando una manifestazione partita dai sindacati e dalla società civile, dà il via a 18 giorni di sciopero, che si estenderanno a macchia d’olio dalla capitale guineana alle città dell’interno, indette per protestare contro l’aumento vertiginoso dei prezzi e contro un sistema di corruzione di cui era responsabile il presidente Lansana Conté, al potere dal 1984 e morto nel 2008 per malattia


Mohamed aveva 12 anni e si trovava in prima fila, perché si sperava che, mettendo i bambini in testa al corteo di protesta, i militari non usassero violenza. Così non fu. Ci furono violenti scontri. Il papà fu prelevato dai militari e scomparve nel nulla. Mohamed venne arrestato, assieme a tutti i minori, e sarà liberato solo dopo dieci giorni, per la pressione della folla che propiziò una rocambolesca fuga. La madre la ritroverà nel vicino Mali, assieme alla sorella e al fratello, di 8 e 10 anni. Per salvare la vita Mohamed inizia a fuggire e percorre a piedi l’Algeria e la Libia. Qui lavorerà per dieci mesi come domestico, presso la casa di un commerciante, per pochi soldi, in cambio di vitto e alloggio. Appena mette assieme la somma necessaria, si paga il viaggio di attraversamento del Mediterraneo. Sono in 27 su una barca di fortuna e, senza una guida esperta, vanno alla deriva verso Malta. Soccorso dalla Guardia Costiera, passerà un anno rinchiuso in un Centro di raccolta, senza possibilità di uscire. Tornato libero, lavorerà come muratore, magazziniere e bracciante sull’isola, sempre per pochi soldi. Decide così di partire per l’Italia e si mette di nuovo in mare, nelle mani di un trafficante, che porterà lui e altre venti persone in Sicilia. Da Catania si dirige in treno a Roma, dove si rivolge alla Polizia Municipale, che lo accompagna alla Pronta Accoglienza della Caritas. E’ il settembre del 2011. A novembre arriverà alla Città dei Ragazzi, a quattro anni dall’insurrezione popolare a Conacry.

Mohamed, ormai al sicuro, può riappropriarsi della sua vita e svelare la sua indole naturale: gentile, educato, sempre disponibile, aperto al dialogo con i pari e le figure adulte. Autodisciplina e fede musulmana equilibrata hanno un forte impatto sulla sua persona e connotano l’equilibrio, che mostra in tutte le occasioni.


Nel 2012 consegue la Licenza Media e frequenta un “Corso per addetti alla manutenzione del verde”: sarà proprio questo il suo primo lavoro, che svolgerà alle dipendenze dell’Azienda “Dimensione Verde Uno”: giardiniere per tre anni presso la prestigiosa Caserma Polifunzionale dei Carabinieri “Salvo D’Acquisto”, in Viale Tor di Quinto a Roma. Mentre lavora, continua a vivere alla Città dei Ragazzi, anche da maggiorenne, svolgendo il ruolo di peer educator.

A dicembre 2017 decide di tornare in Africa per cercare la madre, rimasta in Mali. Si dirige verso il villaggio dove l’aveva salutata l’ultima volta e lì la ritrova, assieme alla sorella, mentre il fratello aveva preso anche lui la strada per l’Italia e oggi si trova a fare l’agricoltore a Torino. Durante il breve soggiorno in Mali (50 giorni) sposa Namba, una ragazza meravigliosa, dal sorriso solare, alla quale affida la madre Sokona, mentre Mohamed torna in Italia, ormai punto di riferimento per tutti i familiari. Nel 2018 si trasferisce a Torremaggiore, in provincia di Foggia, e diventa “Operatore di impianto di recupero e riciclaggio rifiuti”, presso l’Azienda RICICLA SR . E’ una professione che guarda all’ecologia recuperando materie prime dai rifiuti. E’ sempre un modo per Mohamed di prendersi cura dell’ambiente: dapprima là fatto sul piano più estetico – quando faceva il giardiniere – e adesso su quello della sostenibilità ambientale. E così non si può non constatare che lo sviluppo umano di Mohamed, tanto travagliato ma non privo di bei risultati, non è stato mai disgiunto dalla “cura della casa comune”, così come auspicato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’ del 2015.