Sette anni alla Città dei Ragazzi sono un tempo lungo, che lascia senz’altro il segno nella vita di un ragazzo. Noi ci auguriamo in bene, Andrea ce lo conferma con parole riconoscenti, a distanza di nove anni dalla sua uscita e alle soglie del suo trentesimo compleanno. Lui è testimone della validità della tesi che nessuno è vittima di un destino necessario, ma piuttosto artefice del suo futuro, a prescindere dalle condizioni di partenza, spesso dolorose.
Arriva alla Città dei Ragazzi a gennaio del 2005, prossimo ai 13 anni d’età. Il padre non l’ha mai conosciuto e quando disegnava la sua famiglia rappresentava la madre, la nonna materna e lui. Era proprio la nonna Elena la figura chiave della sua vita e lo resterà fino all’aprile di quest’anno, quando è venuta a mancare. All’arrivo nella nostra Comunità il ragazzo presentava vari elementi di fragilità. Su tutto prevaleva una carente autostima, chiara conseguenza della sua pregressa condizione di vita. L’équipe di allora ripartì dalla scuola, standogli accanto e sostenendolo nello studio. Grazie al suo impegno, nel 2007, riesce a conseguire il diploma di Terza Media. Si mostrava dotato di singolari capacità, che però convivevano con aspetti meno virtuosi. Sua caratteristica peculiare era rifugiarsi in digressioni calcistiche e frequenti fantasticherie, elementi che lo identificavano come piuttosto “originale” agli occhi dei coetanei. Accanto alle criticità, presentava però alcuni punti di forza promettenti: una forte passione per la matematica, un forte desiderio di mettersi in gioco e una grande curiosità. Conosceva a menadito qualsiasi aspetto della storia della Roma, di Totti e del calcio in generale. Sviluppò un’amicizia sincera con Mirko, Cristian, Danilo, Giovanni… italiani come lui, allora ospiti della nostra Comunità.
Dopo le Medie si iscrisse a Ragioneria, presso l’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “A. Ceccherelli”. Furono cinque anni intensi di studio e di crescita umana e professionale. Nel 2012 conseguirà il diploma di “Ragioniere programmatore” e ad agosto dello stesso anno fa rientro definitivo a casa, forte della ritrovata fiducia in se stesso, favorita da tutte le esperienze maturate in Comunità. Da noi ha frequentato il laboratorio di ceramica, acquisendo una sempre maggiore manualità. Ha imparato l’informatica, la lavorazione artistica del vetro, il calcio, il gioco degli scacchi. Nell’ambito dell’Autogoverno ha svolto vari ruoli: dall’assessore al capo ristoratore al verbalista, sfiorando un paio di volte l’elezione a sindaco.
Una volta rientrato a casa, nel quartiere romano di Primavalle, ha fatto tanti mestieri, passando dall’addetto alle pulizie presso lo Stadio Olimpico al magazziniere per l’UNICEF, dal volontariato presso la Protezione Civile al raider. Quest’ultimo lavoro, svolto prima e durante il periodo del lockdown, gli ha fatto incontrare tanti personaggi famosi e a ciascuno ha chiesto un selfie.
Oggi Andrea svolge Servizi di vigilanza non armata in strutture della ASL RM1.
Lavora in divisa, sempre ben curata, nei diversi presidi ospedalieri romani. Vigila su vari accessi e sul corretto uso dei dispositivi di protezione, fornisce informazioni e si fa prossimo a chi ha bisogno di capire come districarsi fra uffici e ambulatori. E’ un mestiere nuovo, il cui sviluppo rientra nelle nuove professioni originate dal COVID 19. Andrea ha mostrato grande resilienza.
Muovendosi da un “margine sociale”, ha attraversato diversi confini e oggi può sperimentare la soddisfazione e il riconoscimento che gli vengono dal lavoro ben fatto. Si è confrontato con i suoi limiti e, coltivando le sue capacità, ha trovato il suo posto nel mondo. Ricorda con affetto i vari educatori che lo hanno affiancato durante la sua permanenza alla Città dei Ragazzi. L’elenco si identifica con l’intera forza lavoro della nostra Comunità. Ciascuno, infatti, ha lasciato un segno nella sua vita e questo alletta e ripaga degli sforzi per i continui stop and go, tipici di ogni percorso educativo.
C’è da dire che Andrea è stato sempre una “buona forchetta”, perennemente in lotta col suo leggero sovrappeso. E’ così amante del cibo che a novembre 2020 è tornato alla Città dei Ragazzi a fare un Corso di pizzeria. Consapevole del suo debole, lo zio Pietro, addetto alla consegna del pane in vari supermercati, nel suo giro mattutino, include sempre la consegna di un pane integrale per Andrea. La panoramica di vita si conclude con un ultimo pensiero per la nonna Elena e il nonno Sergio, che produceva coni e cialde per i gelati artigianali. Assieme hanno vissuto 50 anni di matrimonio e nel parlare di loro gli occhi di Andrea si velano di lacrime.