Un nuovo inizio

Un volo lungo un sogno

Per Stefano Zamagni col termine “responsabilità”, secondo l’etimo latino, deve intendersi letteralmente dare risposte e farsi carico del peso delle cose, non in un futuro indeterminato, ma qui ed ora, nei confronti dell’uomo concreto con i suoi bisogni. E’ la visione di un mercato generativo di relazioni umane, di fiducia reciproca, di beni relazionali, di creatività, di innovazione, di felicità individuale, di benessere collettivo e di cittadinanza (Cfr. Stefano Zamagni, Responsabili. Come civilizzare il mercato, Il Mulino 2019) 

 Mohamed ha sperimentato tutto questo nell’azienda che lo ospita da settembre 2017, dapprima come tirocinante e in seguito da lavoratore a tempo indeterminato, falegname presso la “Pilates Factory”, azienda artigianale che costruisce attrezzi e macchinari specifici per il pilates, assemblando legno a metallo, per dar vita a prodotti di ricercata funzionalità e raffinato design, perché il pilates è un metodo di allenamento paricolare, che coinvolge il corpo e la mente e richiede precisione, concentrazione e controllo, per correggere la postura e la fluidità e precisione dei movimenti. 

Mohamed si potrebbe dire che è nato falegname, perché già in Egitto faceva questo mestiere, fin dall’età di 10 anni. Era un lavoro duro, che durava 10 ore al giorno e contemplava solo il venerdì come riposo, e nel mese del Ramadan diventava notturno, dalle 7 di sera alle 8 di mattina. All’ età di 14 anni, decide di partire, alla ricerca di condizioni di vita migliori. Il papà è d’accordo, ma il viaggio non è semplice e dovrà provarci quattro volte per riuscirci, perché i militari egiziani cercavano di contrastare le partenze. Navigherà per dieci giorni, senza mangiare e con mezza bottiglia di acqua al giorno, finché verrà tratto in salvo dalla Marina Militare Italiana. Quattro compagni di viaggio non ce l’avevano fatta ed erano stati buttati in mare. Arrivò in Sicilia a settembre 2015 e restò lì un po’ di mesi, finchè non raggiunse un cugino a Roma, che lo indirizzò al Commissariato Viminale per chiedere assistenza. Soggiorna 45 giorni presso la Pronta Accoglienza Minori della Caritas e l’11 febbraio 2016 arriva alla Città dei Ragazzi. La scarsa conoscenza della lingua italiana non gli permetteva di esprimere i suoi vissuti e le sue emozioni. Appariva semplice, timido e introverso e come tanti, all’inizio fu fagocitato dai suoi connazionali, finchè non mise giudizio, trovando conforto e supporto nelle figure adulte. Anche il giudizio su di lui si evolve gradualmente e comincia ben presto ad essere descritto come responsabile e maturo, in grado di portare avanti con impegno e costanza il proprio progetto di crescita e di inserimento nel contesto sociale che lo accoglie. Segue un corso di alfabetizzazione alla Penny Wirton e nel 2017 inizia a frequentare la Terza Media, che completerà l’anno dopo. Frequenta un Corso di pizzeria e inizia ad andare nell’Azienda di via della Magliana 692. Sembra un ragazzo nato già grande Mohamed, perché è sempre proiettato verso il futuro, avendo costanti alcuni punti di riferimento in Comunità (Iolanda e Tonino) e nel contesto lavorativo (Luca il titolare e mente dell’azienda, la moglie Francesca e l’altro Luca l’operativo). 

“Quando ho un problema – dice – ne parlo con Luca e lui lo risolve sempre”. Luca Versari (la mente), oltre ad essere un imprenditore, è pilota civile e quando Mohamed ha compiuto 18 anni lo ha accompagnato a casa, in Egitto , “come avrebbe fatto ogni padre – dice Francesca – se solo ne avesse avuto la possibilità” e aggiunge: “ Mimo (così lo chiamano in Azienda) sembrava un bambino; non aveva mai volato e gli aerei li guardava col naso in su. In vista del viaggio, non dormiva da due giorni”. 

Quando la madre Wafe se l’è trovato alle spalle per poco non le prendeva un colpo. Era stato avvisato solo il papà e non sapevano nulla né la sorella né il fratello. Era l’agosto dello scorso anno e Mohamed già viveva in autonomia da gennaio, appena uscito dalla Città dei Ragazzi. La sua proiezione in avanti non s’è mai arrestata: adesso sta pensando alla patente, ma prima deve imparare ancora meglio la lingua. E’ per questo che Luca gli ha messo a disposizione una bici elettrica, con la quale tre volte a settimana va a scuola. Con i suoi soldi studiano i fratelli. Dovrà poi aiutare economicamente la sorella in vista del matrimonio. Ha già acquistato per sé un terreno in Egitto sul quale vuole costruire una casa. In seguito vorrà sposare un’italiana: una brava lavoratrice. 
“Sono cresciuto – dice – in una famiglia stimata da tutti, nella quale ho ricevuto valori forti. Come è accaduto con me, se trovo chi è nel bisogno gli do una mano, perché i soldi vanno e vengono e l’uomo è sempre più importante di tutto”.